Harry’s Bar e Bellini un binomio famoso in tutto il mondo
L’ Harry’s Bar, situato in calle Vallaresso 1323, a due passi da Piazza San Marco a Venezia, è un locale che ha conquistato il cuore di molti appassionati di cocktail.
Ma bere un Bellini all’Harry’s Bar non significa semplicemente gustare un long drink rinfrescante, ma assaporare anche un po’ di storia e immergersi nell’atmosfera di un luogo leggendario.
Il Bellini è il risultato della creatività e dell’ospitalità italiana incarnata da Arrigo Cipriani, un uomo che ha fatto della sua passione per i cocktail un’arte.
Quando si siede al pian terreno dell’Harry’s Bar e si ordina un Bellini, si intraprende un viaggio nel tempo, seguendo le orme di grandi personaggi diventati leggende del nostro tempo.
La storia di Harry’s Bar inizia negli anni ’30 grazie a Giuseppe Cipriani, padre di Arrigo, un instancabile e generoso barman che lavorava all’hotel Europa di Venezia.
Ma Giuseppe Cipriani non era solo un semplice dispensatore di bevande, era l’amico dei suoi clienti, colui che raccoglieva i loro segreti e offriva non solo l’aperitivo, ma anche consigli preziosi.
Fu proprio grazie al suo spirito sociale che Cipriani incontrò Harry Pickering, un giovane americano che si trovava in difficoltà finanziarie a causa della sua vita sregolata.
Senza esitazione, Giuseppe prestò a Harry una somma considerevole per i suoi mezzi, senza richiedere alcuna garanzia.
Due anni dopo, Harry ritornò a Venezia, entrò all’Harry’s Bar e restituì la somma ricevuta con interessi.
Era il suo modo di dimostrare gratitudine e di aiutare Giuseppe a realizzare il suo sogno nel cassetto: aprire un locale tutto suo.
Nel 1930, l’avventura di Giuseppe Cipriani prese il via quando affittò un vecchio magazzino di cordami in calle Vallaresso e lo trasformò nell’Harry’s Bar che aprì nel Maggio 1931, un luogo che sarebbe diventato famoso in tutto il mondo.
Ma cosa c’entra il pittore rinascimentale Giovanni Bellini con tutto ciò?
Nel 1948, l’amministrazione veneziana organizzò una mostra dedicata a Bellini, un artista veneziano di umili origini ma di grandissimo talento.
Giuseppe Cipriani, appassionato d’arte, si ispirò ai colori e alle tonalità usate da Bellini nelle sue opere per creare una nuova ricetta di cocktail.
Così nacque il Bellini, un cocktail dal colore rosa, simile alle tonalità utilizzate dal pittore per la Pala di San Zaccaria.
La ricetta originale del Bellini prevede l’utilizzo di pesche di polpa bianca, che devono avere una leggera sfumatura fucsia intorno al nocciolo.
Le pesche vanno frullate accuratamente e poi versate in un flûte insieme a del prosecco ben freddo.
La combinazione di freschezza e dolcezza rende il Bellini un long drink piacevolissimo.
Fortunatamente oggi il Bellini non è più una bevanda stagionale, grazie alla moderna surgelazione, se ci troviamo a Venezia, tutto l’anno possiamo accomodarci all’Harrys e gustarlo in tutta la sua fragranza.
Va ricordato che l’Harrys Bar è un locale con una grande storia alle spalle. Frequentatori abituali del passato furono: il grande Hemingway, che pare sia stato anche il primo consumatore di un altro cocktail famoso dell’Harry’s, il Dry Martini, composto da dieci parti di gin e una di vermut e servito in piccole coppette martini senza lo stelo, Barbara Hutton. Katherine Hepburn, Gary Cooper, Giancarlo Menotti, Peggy Guggenheim, Orson Welles, Frank Lloyd Wright, Joe di Maggio, Truman Capote, Churchil, Maria Callas, oltre a grandi registi e famose dive Hollywoodiani.
Ancor oggi all’Harry’s bar di Venezia è gradito un abbigliamento consono… perché la classe è classe, non è acqua ne frizzantino… ma un buon Bellini.
Pubblicato da Dammiundrink.it