Americano, storia di un drink made in Italy.

Americano, storia di un drink made in Italy.

L’Americano Cocktail è in realtà un cocktail italianissimo conosciuto, fin dalla seconda metà dell’ottocento, col nome di Milano-Torino. È sicuramente il padre del ben noto Negroni, ma le versioni su come e dove nacque sono molte e tutte verosimili.

A noi piace quella che lo vede servito per la prima volta, nel bar di Gaspare Campari sito nella Galleria Vittorio Emanuele a Milano.

Il Milano-Torino era molto amato dai turisti americani che arrivavano in Italia.

Altre ipotesi, forse meno affidabili, raccontano di come il cocktail fosse un omaggio al pugile Primo Carnera, detto “l’americano”, oppure di come Americano fosse la storpiatura del termine “amaro” e cioè la traduzione di “bitter”.

L’Americano Cocktail gode dell’onore di essere stato il primo cocktail richiesto da James Bond nel primo libro di Ian Fleming sulla spia britannica, Casino Royale

Il Bar Campari in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano aperto nel 1867 da Gaspare Campari, l’inventore del Bitter che porta il suo nome.

Gaspare Campari era di origini lombarde, naque a Cassolnovo il 12 marzo 1828, ma per molti anni lavorò, prima come apprendista, e successivamente come Maitre Licoriste nell’allora famosa Confetteria&Liquoreria Bar di Giacomo Bass in Piazza Castello a Torino.

Nel 1850 si trasferì a Novara dove prese in gestione il Caffè dell’Amicizia dove iniziò la sua attività di inventore di miscele aromatiche: Elisir di Lunga Vita, Olio di Rum, Liquore Rosa, ma uno in particolare era destinato a diventare celebre: il Bitter un aperitivo destinato a diventare famoso.

Nel 1862, dopo aver tragicamente perso la prima moglie e i suoi bambini si trasferì a Milano e qui si risposò con una ragazza milanese dalla quale ebbe il figlio Davide.

Inizialmente Gaspare e sua moglie gestivano un piccolo bar in piazza del Duomo, ma con l’unificazione dell’Italia, proprio dove aveva bottega venne edificata la famosa Galleria Vittorio Emanuele II. Quando l’edificio fu abbattuto nel 1867 si trasferì con la famiglia nella nuovissima Galleria, dove aprì il Bar Campari e dove oggi il Camparino, aperto nel 1915 dal figlio Davide continua la leggenda con i suoi cocktails iconici e senza tempo.

Americano Cocktail si chiamava Milano-Torino. Nella foto il Camparino icona dell'aperitivo.
Il Camparino in Galleria un mix tra tradizione e innovazione e icona dell’aperitivo.

Gli ingredienti del cocktail Americano: sono il Bitter Campari e il Vermouth Punt e Mes con l’aggiunta di una spruzzatina di seltz (questo particolare tipo di acqua frizzante inventata a Milano una scorza di limone e una fettina d’arancia.

l’Americano Cocktail chiamato anche Milano-Torino

Americano Cocktail la ricetta:

  • 3cl di Campari Bitter
  • 3cl di vermouth rosso
  • Spruzzata di seltz
  • buccia di limone o fettina di arancia
  • ghiaccio

Perché il Milano-Torino venne ribattezzato Americano resta un mistero.

Molti pensano che negli anni Trenta con la moda di americanizzare gran parte nostra cultura anche l’italiano Mi-To non ne fu immune.

Altri, come già accennato, sostengono che fu in onore di Primo Carnera, che proprio in quegli anni vinse il titolo mondiale, e che essendo emigrato negli Stati Uniti veniva chiamato l’Americano.

Ma come si diffuse l’Americano Cocktail?

È facile pensare che fu il figlio di Gaspare, il più noto Davide Campari, a esportarlo oltre confine e questo avvenne grazie al suo amore per ‘la donna più bella del mondo’ la famosa cantate Lina Cavalieri.

Il gossip dell’epoca narra che Davide, il quale ebbe l’idea di commercializzare il bitter del padre, dopo aver commissionato un ritratto dell’artista ai fini di una campagna pubblicitaria, si innamorò perdutamente della bella e volubile soprano.

Quando la Cavalieri decise di trasferirsi a Nizza, il giovane Campari ebbe l’idea di aprire l’azienda al mercato Francese e con quest’alibi seguì il suo amore che non sappiamo se fosse corrisposto.

Dopo un’estate passata sulla Costa il soprano accettò di cantare per alcuni mesi a Mosca e di nuovo venne seguita dall’intraprendente Davide che fece della Russia il suo secondo mercato.

L’anno successivo, dopo il divorzio dal principe Sasha, Lina Cavalieri andò a mietere successi a New York e immancabilmente l’imprenditore milanese scoprì un nuovo mercato.

Fu, forse questo l’esodo, del Milano-Torino che, col divenire sempre più internazionale, cambiò il nome in Americano.

Inoltre va ricordato che anche il più famoso tra gli agenti segreti cinematografici, l’affascinate James Bond, tradì il suo Martini cocktail per un buon Americano: infatti nel film Casinò Royal del 1967, l’agente inglese ordina il cocktail italiano.

Il personaggio di James Bond, tra romanzi e film, è diventato un’icona della mixology. 

Pubblicato da Dammiundrink.it

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